MARIGLIANO – Duro comunicato a firma della sezione cittadina di AICAST a Marigliano nei confronti dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Jossa. Pomo della discordia è la scelta (si legge dal comunicato, ndr) di spalmare i costi della TARI esclusivamente sulle attività commerciali e le partite iva cittadine. Di seguito il documento pubblicato da AICAST Marigliano:

Tempo scaduto!
Nessun incontro programmatico – di cui più volte il Sindaco si era riempito la bocca – si è svolto, annullando la possibilità di avere un chiarimento  sulla scelta scellerata di spalmare i costi TARI esclusivamente sulle attività commerciali e partite iva cittadine; una scelta che mostra un pressapochismo politico sconcertante e dilettantistico.
Con questo atto, l’amministrazione Jossa mostra il suo totale disinteresse nei confronti delle associazioni commerciali di categoria, già ignorate durante i mesi difficili dovuti al Covid. Un’indifferenza che è frutto di pochezza istituzionale e di mancata assunzione di responsabilità.

A seguito del vertiginoso aumento della TARI, circa 600.000 euro di maggiorazione, deciso nel Consiglio Comunale del 30 luglio, Aicast Marigliano – dopo aver atteso per elaborare con l’ente una soluzione – intende fare chiarezza.


Oltre alla responsabilità politica sembra evidente il peso delle scelte compiute dal segretario comunale che ha suggerito – nonostante la richiesta di rinvio della votazione – di avallare l’aumento per evitare lo scioglimento del consiglio comunale.
Questo senza ripensare una soluzione e avviare un confronto ma anzi rendendosi irreperibile a causa dell’imminente partenza per le ferie estive. Resta inspiegata la fretta dell’amministrazione visto che altre realtà hanno approvato il fabbisogno anche dopo il 10 agosto. Responsabile è anche il Presidente della commissione al ramo, nella quale è passata inosservata la documentazione che poi è giunta in consiglio.
Un gesto che sicuramente appare in buona fede visto che il giovane consigliere era stato presentato – in campagna elettorale – da un’altra associazione di categoria. Se oggi è necessario spingersi in un’analisi così dettagliata ed approfondita è perché in gioco ci sono i soldi dei nostri associati.


L’associazione – per scelta del presidente Giuseppe Bonavolontà – ha evitato di imbastire in un primo momento impulsive e sterili polemiche mediatiche contro l’amministrazione. Nonostante il malcontento e le giuste pressioni degli associati; il presidente ha inteso convocare il direttivo e studiare una proposta risolutiva da sottoporre alle autorità cittadine interessate.
Sarebbe bastato spalmare l’aumento Tari in linea con l’attuale suddivisione già prevista nelle tabelle – 73% utenze domestiche, 27% utenze non domestiche; facendo ricadere circa 160.000 euro su i commercianti e 420.000 euro sulle famiglie – adempiendo così all’aumento.
In questo modo il costo Tari domestico sarebbe equivalso a circa 30 euro (cifra irrisoria) per nucleo familiare (12.500 nuclei) e il commercio avrebbe potuto usufruire dei circa 120.000 euro messi a disposizione dal Ministero dell’interno proprio per le attività commerciali maggiormente colpite dalla pandemia; di modo che la spesa affrontata dalle attività commerciali sarebbe stata di circa 30.000 euro a fronte dei 600.000.
Ad oggi nessuna proposta risolutiva è arrivata dall’amministrazione comunale.Proprio in tal caso appare illogica la scelta dell’amministrazione comunale di Marigliano di non sfruttare queste risorse.
Un aumento massiccio dell’imposta Tari comporta anche la chiusura delle attività commerciali che è direttamente proporzionale all’incremento delle attività criminali. Una “città chiusa” è volano per l’imbastimento di piazze di spaccio e di degrado sociale.

Aicast precisa che gli interventi posti in essere vanno sempre in direzione di soluzioni e non polemiche.

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