ERCOLANO | La pioggia del mattino ha lasciato segni evidenti sulle strade di Ercolano. Tra i sanpietrini, i riflessi grigi dei palazzi si specchiano nelle pozze d’acqua, interrotti solo dal passaggio veloce delle auto, che spruzzano fango sui marciapiedi. Un normale pomeriggio in corso Resina, alle 14:30, col termometro che segna tra i 9 e i 10 gradi e il sole già in discesa.
Il cancello della tenenza dei Carabinieri si apre lentamente. Una marescialla, pronta a tornare a casa dopo il turno, tamburella sul volante della sua auto accesa, pensando al giorno di riposo e all’uniforme da portare in lavanderia. Un gesto banale, quello di rimuovere una foglia dai tergicristalli, diventa l’inizio di una storia drammatica e a lieto fine.
Dall’altra parte della strada, un urlo squarcia il pomeriggio. La voce di un padre disperato richiama l’attenzione della marescialla. Riconosce subito l’uomo e il suo piccolo di due anni. Il bambino ha il viso viola, le braccia penzoloni: sta soffocando. Senza esitazione, corre verso di loro.
È una scena straziante, una “Pietà” vivente, scolpita nel dolore. Il padre implora aiuto, mentre i passanti si fermano attoniti. La marescialla prende il bambino in braccio e inizia a praticare la manovra di Heimlich, pensando che un corpo estraneo gli ostruisca la gola. Ma il piccolo non reagisce. Nel frattempo, qualcuno chiama il 118, ma l’ambulanza tarda ad arrivare.
Capendo la gravità della situazione, la marescialla corre in caserma a chiedere aiuto. Un altro maresciallo, appena entrato in servizio, si unisce ai soccorsi. Tentano nuovamente di liberare le vie respiratorie del bambino, ma l’unico risultato è del muco e un po’ di bolo. Qualcuno parla di febbre alta e di un antipiretico assunto poco prima. L’ambulanza, però, non è ancora in vista.
Non c’è tempo da perdere. I due sottufficiali decidono di caricare il padre e il figlio nell’auto della marescialla e partire a tutta velocità verso l’ospedale Maresca di Torre del Greco. Il viaggio, normalmente di oltre 10 minuti, si trasforma in una corsa folle di poco più di tre minuti. Senza sirene o lampeggianti, la collega alla guida schiaccia l’acceleratore, mentre il maresciallo lato passeggero urla dal finestrino per farsi strada tra il traffico.
Al pronto soccorso, i medici prendono immediatamente in carico il bambino, trasferendolo poi al Santobono di Napoli. Si scopre che la causa è una grave reazione allergica, ma il tempestivo intervento dei marescialli si rivela decisivo: il piccolo è salvo.
Saranno ore di angoscia per la famiglia, ma alla fine la gioia prevale. Il bimbo si riprende e torna tra le braccia dei suoi cari. Di quel pomeriggio, rimarrà il ricordo indelebile di due carabinieri che, senza esitazione, hanno messo in gioco tutto per salvare una vita. E quelle parole, semplici ma profonde, che valgono più di qualsiasi medaglia: “Siete degli angeli”.