SAN PAOLO BEL SITO – Svolta nelle indagini sulla morte della giovane Ylenia Lombardo, ritrovata ieri semicarbonizzata nel suo appartamento di San Paolo Bel Sito. I Carabinieri della Compagnia di Nola hanno fermato nella notte Andrea Napolitano, 36 anni, di San Paolo Bel Sito, ritenuto responsabile della morte della ragazza. I due si conoscevano bene, voci non confermate parlano di una possibile relazione tra di loro. Ritrovati, a casa di Napolitano, vestiti sporchi di sangue. L’uomo sarebbe stato riconosciuto da alcuni vicini e grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
I FATTI
Nel pomeriggio di ieri, a San Paolo Bel Sito, verso le 17.30 in via Ferdinando Scala, alcune persone hanno notato la fuoriuscita di fumo e fiamme da un appartamento. Sfondata la porta d’ingresso del piccolo basso, rinvengono il corpo semi-carbonizzato di Ylenia Lombardo. La giovane, 33 anni, è originaria di Pago del Vallo di Lauro, ma viveva da sola a San Paolo Bel Sito. E’ madre di una piccola bambina, 4 anni, che era a casa dei nonni materni, a Viterbo. La giovane non aveva lavoro fisso, ma si manteneva svolgendo sporadicamente mansioni di badante e donna delle pulizie.
Con il passare delle ore, e con i primi rilievi della scientifica, la tragedia assume i contorni del dramma. All’interno dell’appartamento le forze dell’ordine trovano, infatti, tracce di sangue, Gli elementi ritrovati sul luogo del misfatto dai militari della Compagnia di Castello di Cisterna, accorsi sul posto per i rilievi, avvalorano, con il passare dei minuti, sempre di più, l’ipotesi del femminicidio. Sui social della vittima un post, lasciato probabilmente poco prima che si consumasse la tragedia: “Lascio dire, lascio fare, lascio andare…restare in silenzio non vuol dire non vedere e non sentire, ma è un segno di riflessione, valutazione e decisione…”. L’uomo avrebbe picchiato e accoltellato la donna fino ad ucciderla, per poi dare fuoco al corpo nel tentativo di distruggere le tracce del delitto. Napolitano avrebbe poi confessato il femminicidio ad alcuni conoscenti, che lo avrebbero persuaso nel consegnarsi alle forze dell’ordine. L’uomo è recluso ora presso il carcere di Poggioreale.