POMIGLIANO D’ARCO | Sequestri di immobili e provvedimenti restrittivi. Negli ultimi mesi Pomigliano d’Arco è stato centro di una vera e propria “guerra al mattone”. Non si contano, oramai, le concessioni a costruire revocate dall’ufficio tecnico, ed i relativi sigilli, apposti ai cantieri dalla polizia municipale. La realtà, tuttavia, sembra essere ben distante.

La pioggia di ricorsi che si è abbattuta sugli uffici amministrativi hanno, di fatto, sconfessato l’operato del tecnici. TAR e Procura, nella maggior parte dei casi, si sono espresse a favore delle società che si sono viste annullare i permessi a costruire. In particolare, negli ultimi giorni, la Procura di Nola ha deciso di non convalidare un sequestro preventivo, operato su iniziativa della polizia locale, di due fabbricati in costruzione in Corso Umberto I. Gli stessi cantieri erano stati posti sotto sequestro già nel febbraio 2021, ancora una volta su iniziativa della municipale, e dissequestrati pochi mesi dopo.

Lo scorso 8 marzo, i caschi bianchi, guidati dal comandante Luigi Maiello, hanno però apposto nuovamente i sigilli ai cantieri. Pochi giorni dopo la decisone del GIP del Tribunale di Nola, che ha provveduto all’ennesimo dissequestro, sottolineando che non può essere emesso, in maniera autonoma, alcun decreto di sequestro preventivo, non essendoci prove concrete del reato contestato. Sentenza analoga per un diverso ricorso presentato da una società immobiliare, titolare di un cantiere in via Mauro Leone, accolto favorevolmente dal da una sentenza del TAR dello scorso 17 marzo.

l’ex Sindaco di Pomilgiano, Del Mastro

In questo caso, l’ufficio tecnico del comune di Pomigliano aveva revocato la concessione ritenendo il permesso rilasciato sulla base di false rappresentazioni. La sentenza n. 1709/2023 ha, però sconfessato la decisione dell’ufficio tecnico. “La falsa rappresentazione dei fatti da parte del privato – si legge nella sentenza – si configura quando l’erroneità dei presupposti del provvedimento non è imputabile all’Amministrazione, ma esclusivamente al dolo del privato” ritenendo, inoltre che, “ nel caso in specie non si tratta di falsa rappresentazione della realtà”. Accolto dunque il ricorso della società, risultando inoltre trascorsi i 12 mesi in cui, per legge, non è più possibile revocare il titolo edilizio a meno che non sussista il criterio delle false rappresentazioni.

Criterio sui cui si basano molti degli annullamenti posti in essere dagli uffici tecnici. Una sentenza, quella del TAR che potrebbe portare, dunque ad una ulteriore pioggia di nuovi ricorsi, in cui la decisione, potrebbe essere ribaltata. Un tema che è stato fulcro di accesi scontri nella maggioranza del dimissionario sindaco Gianluca Del Mastro, che nei mesi scorsi chiedeva un approccio più cauto, onde evitare di dover far fronte a considerevoli richieste di risarcimento, in caso di sentenza favorevole a vantaggio dei soggetti colpiti dai provvedimenti di revoca delle concessioni a costruire.

Facebook
Twitter
LinkedIn