NOLA | Ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nola, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 8 soggetti, gravemente indiziati di associazione per delinquere, per essersi associati allo scopo di commettere i delitti di truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.
Le complesse ed articolate indagini, avviate nel 2018 ed esperite dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Nola, con la collaborazione della Squadra Mobile e del Compartimento della Polizia Postale Campania, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola, traggono origine dalla denuncia sporta nei confronti di uno degli indagati che, il 12 aprile 2018, era stato sorpreso dalla Polizia di Stato in un ufficio postale campano mentre tentava di incassare un assegno di 100 mila euro con documenti falsi.
Già nel 2018 e 2019, la Polizia di Stato aveva effettuato, sull’intero territorio nazionale, altri arresti di affiliati alla medesima consorteria criminale.
I successivi accertamenti investigativi, svolti sia con metodo tradizionale che con il supporto di presidi tecnologici, hanno consentito di svelare un’attività criminosa, di più ampio respiro, svolta insieme a soggetti residenti ed operanti nell’area nolana, indicati come principali promotori e ideatori di un consolidato sodalizio criminale dedito alla sottrazione, clonazione/falsificazione e successivo incasso di assegni bancari e circolari, per un ammontare pari a circa sette milioni di euro, inviati per posta ai soggetti beneficiari, con l’apporto causale di altri soggetti – meglio noti come “cambiatori” – i quali, utilizzando documenti falsi, procedevano a versarli su conti correnti accesi presso gli istituti di credito siti su tutto il territorio nazionale, puntualmente “prosciugati” nel giro di qualche giorno, mediante prelievi, bonifici verso conti correnti di società e ricariche Postepay, con l’apporto causale e il concorso di dipendenti di uffici postali e bancari.
Pertanto, quattro indagati sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, due alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, uno alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Per un direttore di banca, invece, è stata disposta, per la durata di un anno, la misura del divieto di svolgere attività professionali nel settore bancario e dell’intermediazione immobiliare e di ricoprire uffici direttivi nell’ambito delle persone giuridiche e delle imprese operanti in quel settore.
Inoltre, si è data esecuzione a misure cautelari reali nei confronti, sia degli indagati, che di società agli stessi riconducibili, eseguendo sequestri preventivi di somme di danaro e di beni per l’ammontare di 750 mila euro.
Infine, nell’ambito della medesima operazione risultano indagate altre quindici persone.
I provvedimenti restrittivi sono misure cautelari, disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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